Nel
1939, G.E. Daniels afferma: "L'ansia,
che non può scaricarsi attraverso il sistema nervoso volontario,
può essere costretta, per regressione, a scaricarsi attraverso
livelli autonomici più primitivi".
Si afferma, a questo punto, la medicina
psicosomatica americana che tende a scoprire la "natura del rapporto tra emozioni e funzione somatica ".
L'ispirazione è psicodinamica e presuppone l'elaborazione
intrapsichica profonda dell'evento emotivo, con simbolismo
elettivo di sintomo somatico e di alterazione organica. Più
precisamente, secondo Helen Flanders Dunbar (dal 1931 al 1946), il
diabete potrebbe essere il risultato di una emozione inconscia
conflittuale, con aumento delle tendenze istintive passive ("Relazione
con la figura materna"... 'fissazione alla fase orale" ...
).
A
quest'ordine di idee si ricollegò, fino agli anni Ottanta, il
mito di una personalità diabetica, oggi tramontato.
Durante
questi decenni, si sono comunque accumulate suggestive casistiche
aneddotiche di diabete insorto acutamente dopo traumi psichici di
eccezionale gravità e di particolare tipo ("affective
loss", più che "abject
fear"
come in guerra o deportazione, secondo l'olandese J.J. Groen: 1963).
Oggi
si ammette che, effettivamente, eventi emotivi legati a perdita
affettiva possano precipitare - al pari di altri fattori
ambientali - l'inizio di un diabete insulino-dipendente (tipo 1)
in soggetti con predisposizione immunitaria (modulazione
psicologica del sistema immunitario) e genetica.
E'
parallelamente confermato, dopo il superamento di limitazioni
metodologiche, che fattori psicologici, acuti o cronici, legati o
apparentemente estranei al diabete, possono peggiorare il decorso
clinico-metabolico del diabete stesso, sia insulino- dipendente
che non (tipo 2), e non solo per anomalie comportamentali. Per
quanto attiene al diabete di tipo 1, si è supposto che possa
essere in gioco la variabile modalità di
accettazione del diabete nella elaborazione dinamica del lutto
(perdita della salute) secondo E. Kubler-Ross (1969),
attraverso le fasi di negazione,
rivolta, patteggiamento, depressione [Fig.4].
E'
evidente, in questo contesto, il possibile ruolo di una relazione
di aiuto psicoterapico.  |